Il giorno più bello della mia vita è stato il 27 ottobre 2003, il giorno del mio primo bacio con Jacopo.

Ma ricominciamo da capo: il 26 ottobre c’era il tanto atteso concerto degli Iron Maiden a Milano, concerto che sarà l’ultimo degli Iron Maiden in Italia.
Io non avevo il biglietto, ma volevo procurarmene uno a tutti i costi e quindi l’ho fatto.
In pomeriggio c’era molto fervore in ateneo, perché molti di noi sarebbero stati presenti al concerto.

Così, alle quattro, ho preso la metro con Margherita Colagrande, che sta in zona Assago Forum, e stava per andare a casa sua.
L’ho vista sul vagone, ma non mi sentiva per via degli auricolari. Mi chiedo come facciano a non farle male coi piercing, ma sono io che ho la piercing fobia.
Comunque al concerto mi hanno fatto entrare nonostante sia venuto fuori che il biglietto acquistato su internet era tarocco.
L’indomani avevamo lezione di rappresentazione II, con Massimiliano Di Bartolomeo. Io e Jacopo eravamo stanchi e suonati.
Dopo la lezione, come sempre, l’ho accompagnato alla macchina che parcheggia in zona Piazza Udine, nel parcheggio dell’Esselunga.
Doveva comprare alcune cose al supermercato perché i suoi erano fuori città, in particolare della cioccolata.
Abbiamo fatto una piccola scommessa: lui sosteneva che la cioccolata non fosse dove dicevo io, e in palio avevamo messo un bacio.
Quando perse, miseramente, io lo stuzzicai sul non mantenere la parola, e fu così che mi trovai sulla sua macchina, non affinché mi accompagnasse da me, ma diretti a casa sua.
Avevo una felpa bordeaux, la maglietta degli Iced Earth, i jeans chiari e le country. Si dice che ci si ricorda più del vestiario e dei dettagli del primo bacio che della prima volta, eppure Jacopo non è il mio primo bacio in assoluto.
Comunque, quando mi ha riportato a casa, ho chiamato papà, che sta migliorando. Lui non ha capito fino in fondo perché io fossi felice, e perché io lo consideri il più bel giorno della mia vita, ma per me è questo, e vorrei ripeterlo all’infinito. Un giorno in cui Jacopo mi bacia e papà sta bene. Ripertelo all’infinito se fosse possibile.